Pap Test
Il Pap test è un test di screening, che si effettua cioè anche in donne sane, senza alcun segno di possibile malattia, per individuare precocemente tumori del collo dell’utero o alterazioni che col passare degli anni potrebbero diventarlo. La sua introduzione ha contribuito significativamente alla riduzione della mortalità per tumore del collo dell’utero (anche detto della cervice uterina) per cui andrebbe eseguito regolarmente da tutte le donne dopo l’inizio dell’attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età. Inoltre il Pap test può dare utili indicazioni sull’equilibrio ormonale della donna e permettere il riconoscimento di infezioni batteriche, virali o micotiche.
L’esame si effettua nel corso di una normale visita ginecologica, durante la quale vengono raccolte piccole quantità di muco dal collo dell’utero e dal canale cervicale.
Su questo campione, in laboratorio, si cercheranno le cellule esfoliate dal tessuto, perché siano esaminate con appositi metodi di colorazione per renderle visibili al microscopio.
Pap Test Thin Prep®Hologic
Il Thin Prep Pap Test è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 1996 come test significativamente più efficace del Pap test convenzionale nell’individuazione delle lesioni preinvasive della cervice uterina in vari tipi di popolazioni femminili.
Si basa su un approccio diverso nella diagnosi citologica, poiché nel pap test tradizionale parte del materiale prelevato rimane adeso allo strumento di raccolta, riducendo quindi la possibilità di esaminare cellule atipiche. Ancora, la eccessiva presenza di cellule infiammatorie o di emazie non consente la lettura completa del materiale strisciato, dando luogo a referti parziali (materiale limitato o inadeguato).
Il Thin Prep – prelievo citologico in fase liquida o su strato sottile – consente di eliminare questi inconvenienti risultando quindi un metodo più sensibile, specifico e predittivo.
Altro vantaggio è quello di poter allestire più di un vetrino se si rendesse necessario approfondire una diagnosi e di poter utilizzare il materiale rimanente per test ancillari (ad esempio ricerca di HPV o Patogeni virali) senza dover richiamare la paziente per un ulteriore prelievo.
Secrezione mammella
Le cellule che si distaccano naturalmente dalla ghiandola mammaria possono essere trascinate lungo i dotti fino all’esterno del capezzolo insieme al secreto mammario e lì essere raccolte (secrezione spontanea). Talora per facilitarne la fuoriuscita si effettua una piccola pressione nella zona dell’areola (secrezione provocata). Nella maggior parte dei casi un secreto (al di fuori del periodo dell’allattamento) è legato a piccoli squilibri o variazioni ormonali. In rari casi può essere indice di una patologia benigna (iperplasia, papilloma) e in casi ancora più rari può essere uno dei segnali della presenza di un tumore. Il clinico, in base alle caratteristiche della secrezione, può decidere di raccoglierla su vetrini e sottoporla ad esame citologico.
Agoaspirato (mammella, tiroide….)
In caso di nodulo mammario o di un nodulo tiroideo o di un’area alterata e non meglio definita, può talvolta essere necessario effettuare un prelievo per studiare le cellule che lo/la compongono e capirne meglio la natura. In questo caso il metodo più semplice ed immediato è l’esame citologico. Questo esame è chiamato Fine Needle Apiration (FNA). Il prelievo è effettuato con un semplice ago da siringa, guidato spesso mediante ecografia, all’interno del nodulo o dell’area di ghiandola meritevole di un approfondimento. Questa metodica è minimamente invasiva e non necessita di anestesia locale. Può essere utilizzata anche per l’agoaspirazione di linfonodi meritevoli di approfondimento sia in sede ascellare che in altre sedi. Se il materiale raccolto è modesto questo viene strisciato direttamente su due o più vetrini, colorato e sottoposto ad esame citologico. Nel caso in cui il materiale sia più abbondante, come ad esempio quando si svuota una cisti, bisognerà prima centrifugarlo. Verrà poi sottoposto all’esame del citologo che porrà la diagnosi. Una volta fissato e colorato il preparato citologico si può conservare per anni e questo è utile quando ne sia necessaria una revisione (cioè sia necessario effettuare una nuova valutazione del preparato nel tempo.
Citologia Urinaria, endometriale, del cavo orale…
L’esame citologico urinario riveste un ruolo importante nella diagnosi, nello screening e nel follow-up delle neoplasie vescicali in primis e dell’apparato escretore in generale. La citologia urinaria è un test per la ricerca di cellule anormali nelle urine.
La citologia endometriale è una citologia non di screening che viene eseguita su donne a rischio o sintomatiche.
La citologia endometriale sta tuttavia assumendo una maggiore importanza in relazione al significativo aumento del carcinoma endometriaIe dopo i 45 anni a causa di una maggiore longevità della donna, all’uso di estrogeni in epoca perimenopausale e postmenopausale, specie se la donna è un soggetto a rischio (in caso di diabete, obesità, ipertensione, familiarità, ecc.).
Lo scopo principale è quello di riconoscere e curare le iperplasie endometriali correlate alla forma più comune di carcinoma dell’ endometrio quale il carcinoma endometrioide.
L’esame citologico del cavo orale è un’ indagine non invasiva utilizzata per la diagnosi di alcune lesioni che colpiscono la mucosa della bocca. Utilizzando un opportuno strumento è possibile effettuare un prelievo cellulare che sarà posizionato su un vetrino. L’anatomopatologo avrà a disposizione un numero di cellule sufficienti per ottenere informazioni sulla malattia. Questo esame non è utile per la diagnosi dei tumori della bocca o lesioni dal potenziale maligno, mentre può essere utile per individuare funghi, batteri o virus.
Citologia dei versamenti
La valutazione citologica degli elementi cellulari esfoliati contenuti nei liquidi accumulati nelle cavitá sierose del corpo (pleura, pericardio, peritoneo) consiste in un esame di facile allestimento e di rapida esecuzione che consente di avere fondamentali informazioni circa la causa del versamento stesso e/o identificare la presenza di condizioni morbose di cui il versamento stesso risulti un sintomo.
Tale esame assume dunque particolare rilevanza per l’individuazione e la definizione di patologie neoplastiche primitive o secondarie delle sierose corporee, a basso costo e con minimo impatto sul paziente stante la modalità minimamente invasiva del prelievo.